Trombosi venosa e viaggi … non solo aerei ( = Sindrome da classe economica ).

In cosa consiste la Sindrome della Classe Economica ?
Il termine Sindrome della Classe  Economica ( = SCE ) risale al 1977 allorquando studi effettuati su pazienti affetti da Embolia Polmonare  individuarono una buona percentuale di persone ammalatesi dopo un lungo viaggio aereo in classe economica.
Ma la trombosi venosa da viaggi fu resa tristemente famosa nel 2000 per il decesso di una ventottenne giunta da Sydney a Londra  dopo 20 ore di volo aereo.  Da allora osservazioni della temibile patologia sono state fatte anche in busyness class, ma l’eponimo ben riflette l’angusto spazio tra i sedili aerei che è, appunto, più piccolo nella classe economica.
Non pensiamo a questa patologia come ad un’entità strana o lontana e che non ci interessa , perchè può addirittura colpire anche chi viaggia in pulmann o talora in auto.
La possibilità di comparsa dell’ Embolia  Polmonare  è direttamente correlabile alla lunghezza-durata del viaggio: oltre i 5000 Km. o le 6 ore di viaggio è  150 volte più frequente che nei tragitti inferiori.
Le donne sono  più colpite dei maschi, soprattutto se  assumono anticoncezionali orali o sono in stato di gravidanza o portatrici di varici.  Siamo di fronte ad un problema di dimensioni certamente più grandi di quanto comunemente ritenuto , un iceberg appunto , in quanto bisogna pensare anche alle situazioni di predisposizione genetica alle flebiti di cui molte persone sono all’oscuro di essere portatrici ( trombofilia ).
L’esordio della malattia può presentarsi tardivamente, anche a  distanza di alcuni giorni dal viaggio e in modo più o meno subdolo , talora è asintomatica e subclinica; questo contribuisce a far perdere il nesso di causalità con il viaggio aereo.

In cosa consiste la trombosi ?

La Trombosi Venosa consiste nel consolidamento , coagulazione , del sangue contenuto nelle vene con conseguente loro chiusura  (come un tappo!).  Ma la maggior pericolosità dell’evento è legata alla possibilità che frammenti del trombo si disseminino nelle vene a valle (embolia) migrando fino al polmone e realizzando l’Embolia Polmonare.
Nel ritorno del sangue al cuore, intervengono la pompa cardio-respiratoria  (che crea una depressione aspirativa nel torace)  e la pompa valvolo-muscolare degli arti inferiori che innescano un meccanismo depressivo-aspirativo nelle vene profonde durante la deambulazione. Il ristagnare del sangue nelle vene può esitare in coagulazione che è  favorita sia da malattie del contenuto ( cioè del sangue per anomalie ereditarie che alterano i fattori della coagulazione ) sia da malattie del contenitore (come nelle vene dilatate e tortuose = varici).
Distinguiamo nella genesi della Trombosi Venosa che interessa le vene profonde  degli arti inferiori del nostro sfortunato viaggiatore i fattori soggettivi ( legati alla persona ) ed i fattori ambientali (che riflettono quelle particolari condizioni che si creano durante il volo aereo) che entrambi contribuiscono a rendere problematico il viaggio.

Fattori soggettivi sono obesità, recenti traumi degli arti inferiori o interventi chirurgici ( specie se vascolari ), malattie tumorali, gravidanza, precedenti episodi flebitici, età avanzata , terapie ormonali, il fumo.
Fattori correlati all’ambiente della cabina aerea : immobilità , posizione seduta obbligata in spazi angusti, disidratazione da scarsa introduzione di liquidi e da bassa umidità dell’aria e, infine,  la ipossia relativa (basso contenuto in ossigeno del sangue).
L’immobilità crea stasi e pertanto le compagnie aeree consigliano esercizi di mobilizzazione (come spingere sulle punte dei piedi) e di ginnastica a gambe distese e roteando i piedi (almeno 5 minuti ogni 45 minuti).
Utili scarpe comode con lacci ed indumenti non troppo stretti.
Evitiamo posizioni immobili prolungate .
– Nella posizione seduta, specie se il piede non appoggia bene al suolo, la vena poplitea ( che si trova dietro il ginocchio ) viene compressa tra il piano osseo ed il margine del seggiolino, mentre i muscoli del polpaccio sono inattivi e ciò rallenta il circolo. Ricordiamo che il SEAT PITCH, che corrisponde appunto allo spazio per le ginocchia, varia a seconda delle Compagnie aeree e risulta di 31 pollici ( = inches – 1 inche è pari a 2,54 cm. ) per le Compagnie Americane anche se, dopo alcuni episodi di embolia polmonare, l’American Aerlines ed altre hanno portato a 34 pollici tale misura .
L’aria dell’aereovettore è riciclata per quasi il 50 % e, per la minor ventilazione legata all’alto numero di passeggeri ( 300 per il Boeing 777 ),  diviene più secca  favorendo la disidratazione corporea (cosiddetta sindrome del 777). Il sangue,  che presenta una parte corpuscolata fatta da cellule ed una liquida (plasma),  si concentra, diviene più viscoso (= aumento dell’ematocrito): pertanto è importante una buona introduzione di liquidi in viaggio (1 lt. ogni 5 ore) .
– Nella cabina la pressione atmosferica nei comuni viaggi è ridotta come ad una altitudine di 1700 m. sul livello del mare con conseguente ipossia: ciò riduce l’attività fibrinolitica (meccanismo che si oppone alla trombosi) delle cellule endoteliali, favorisce la produzione di radicali liberi e la produzione di fattori rilassanti la parete vasale .

Che fare per evitare la SCE?
E’ necessario ricorrere alle calze a compressione ( gambaletti nei maschi e collant 140 den = 18-21 mm Hg.  nelle donne ) che evitano i gonfiori declivi ed accelerano il flusso nelle vene.

E se qualcuno avesse già problemini venosi ?
In assenza di importanti fattori di rischio e , solo per i generici gonfiori delle gambe, utili i farmaci venotropi od emoreologici , mentre per i viaggiatori più a rischio (obesi, operati recentemente ecc.) è utile ricorrere alle nuove Eparine a Basso Peso Molecolare (punturine eseguibili sotto la cute) che proteggono per una giornata intera.
Gli antiaggreganti piastrinici in compresse (es. aspirinetta) sono più indicati per il versante arterioso, meno per quello venoso.
Nonostante l’OMS  abbia esortato le Compagnie a una migliore informazione dell’utenza sui rischi della T V , a tutt’oggi alcune insistono nel ribattere che non ci sono elementi convincenti che associano pressurizzazione – umidificazione dell’aria in cabina alla Trombosi  e che i rischi non riguardano l’ordinario passeggero in normali condizioni di salute : in altri termini la colpa sarebbe dell’ignaro passeggero!
Uno sudio di John Scurr nel 2001 su 230 volontari impiegati come passeggeri in viaggi di lunga durata con e senza calze a compressione,  testati sia con esami doppler che ematologici prima e dopo il viaggio , ha rilevato un  12 % di Trombosi Venosa asintomatica tra chi non aveva indossato calze e tra questi 2 viaggiatori  erano portatori di anomalia genetica del fattore V di Leiden (malattia che predispone alle trombosi).
Secondo Goldhaber (della Harward University) il 5 % dei passeggeri di voli a lungo raggio sviluppa microemboli che passano perlopiù inosservati.
In realtà è verosimile che in ogni persona  nell’arco della vita, in situazioni di minor mobilità,  qualche microembolo si possa realizzare ma che per la esiguità dell’evento e per i meccanismi di compenso funzionale ciò passi completamente nell’anonimato ed inosservato.
In definitiva  tanti sono gli insoliti fattori presenti in volo aereo ed assenti in altri quotidiani contesti ambientali ( es. rumore, vibrazioni, pressione atmosferica , scarsa qualità dell’aria, accelerazioni, ecc. )  la cui reale importanza nella coagulazione è assai difficile da valutare.
Nell’augurarVi un buon viaggio raccomandiamo almeno  tutti coloro che presentano  i fattori di rischio maggiori di prendere le idonee precauzioni .

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